Detroit è la città dell’auto, la città in cui hanno sede i tre colossi automobilistici americani. Una città che ha una sola divisa la tuta blu e una sola anima, quella forgiata nell’acciaio. Ma, proprio per il fatto che è totalmente legata ad un’unica realtà industriale e quindi alle sue vicissitudini, è una metropoli con molte problematiche sociali. Detroit possiede infatti il più alto tasso di omicidi e di criminalità di tutti gli Stati Uniti. Girando per le strade si possono trovare le insegne degli studi legali che si offrono di difendere i criminali ventiquattro ore al giorno e i cartelli in cui si propongono ricompense in cambio della cattura dei criminali, proprio come succedeva nel Far West. Nel 2009, dopo la crisi finanziari dovuta alla truffa dei mutui sub che colpì in modo tremendo l’industria automobilistica, la città dichiarò fallimento, la popolazione si dimezzò ed interi quartieri si spopolarono. Queste tematiche sociali, a poco a poco, emergono e diventano protagoniste del romanzo e dei suoi personaggi. Per caratterizzare nel miglior modo possibile l’ambientazione della storia narrata, sono andato personalmente a Detroit nel 2015. Il mio giudizio sulla città dell’auto, sulla Motorcity? Beh, a meno che non ci abbiate ambientato un romanzo, stateci alla larga!